Riflessione sulla tecnologia

Luci e ombre della tecnologia

Tavola rotonda targata Giovani liberali radicali con Cassis, Ducry e Zambelloni

 (pubblicato in Opinione liberale, 25.9.2009)

Una tavola rotonda, di nome e di fatto: in una sala del Ristorante Bernasconi, storico ritrovo liberale radicale di Novazzano, i partecipanti – siano essi relatori o spettatori – si sono disposti in cerchio e hanno esternato le loro riflessioni in merito ai vari  e complessi rapporti tra l’individuo, la società, l’informazione e la tecnologia. Nei panni di Re Artù, quale moderatrice, la giornalista di rossoblu.ch Fabiana Testori, alla sua corte il Consigliere nazionale Ignazio Cassis, il deputato al Gran Consiglio Jacques Ducry e il filosofo Franco Zambelloni. Niente armi, niente corazze, solo i cavalli bianchi delle parole e delle idee.  

Ignazio Cassis, parlamentare federale e uomo di scienza, ha iniziato con il contestualizzare lo sviluppo della ICT (Information and communication technology, in italiano Tecnologia dell’informazione e della comunicazione), per poi passare all’esposizione della sua visione utilitaristica della tecnologia, della quale ha evidenziato gli effetti positivi per l’uomo e per il cittadino: miglioramento della vita, aumento delle comodità, possibilità di comunicare ovunque in tempo reale, ampliamento dell’accesso all’informazione e alla vita pubblica. Della tecnologia – volenti o nolenti – non si può e non si deve fare a meno: sta unicamente all’individuo servirsene con intelligenza, sfruttandone le potenzialità a proprio favore.

Dal canto suo Jacques Ducry, fedele alla sua visione romantica, a tratti nostalgica, della società, ha espresso il suo scetticismo sull’importanza della tecnologia rispetto alla centralità dell’uomo tipica del pensiero liberale: non bastano forse un foglio, un calamaio e una candela per vivere ed esprimere un’emozione? Il deputato, forte della sua esperienza di procuratore pubblico e di giudice istruttore federale, ha inoltre reso attenti alle perversioni e ai pericoli che costituiscono un inevitabile corollario allo sviluppo tecnologico: dalla criminalità finanziaria alla violazione della privacy, passando dalla manipolazione e dalla deformazione mediatica, con i blog che permettono a Monsieur tout le monde di insultare – arbitrariamente, anonimamente e impunemente – chiunque gli capiti a tiro.

Secondo Franco Zambelloni, infine, la tecnologia è innanzitutto uno strumento di libertà; uno strumento che, però, genera dipendenza: ogni innovazione tecnologica, infatti, nasconde un rapporto dialettico fra gli aspetti positivi e quelli negativi, tra la perdita e il guadagno, tra la luce e l’ombra. Riportando un saggio di Freud, il filosofo sottolinea la pericolosità di questa dipendenza, soprattutto se finalizzata all’evasione, necessaria all’uomo, ma che deve essere ricercata a piccole dosi se non si vuole che il ritorno alla realtà sia problematico. 

Il bilancio della serata è senz’altro positivo: è stato un momento che ha permesso una profonda riflessione e che, ne sono certo, è stato occasione di crescita e di progresso intellettuale per i Giovani liberali radicali presenti. Se, come ha ricordato Zambelloni, il concetto di progresso può risultare a volte ambiguo, se non addirittura vuoto – progredire, avanzare verso cosa? – il termine è qui calzante, in quanto l’obiettivo del movimento giovanile rispetto al suo aderente è chiaro: contribuire alla formazione di cittadini attenti, responsabili, muniti di spirito critico, interessati alla società che li circonda, aperti al dialogo e al confronto delle idee che caratterizza il liberalismo. Un passo in questa direzione è stato certamente fatto: onore, quindi, ai relatori e all’organizzatore Luca Mombelli.  

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