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Una nuova banca dati sui film ambientati in Ticino

Oggi la Ticino Film Commission – insieme a Dipartimento finanze ed economia, Ticino Turismo, Università della Svizzera Italiana e il progetto Oltreconfini – ha presentato una banca dati con tutti i film girati in Ticino 📽🔴🔵 Uno strumento in più per mostrare il potenziale del nostro territorio quale set cinematografico: un potenziale anche economico che la Ticino Film Commission, con i suoi servizi e i suoi incentivi, cerca di attivare e sviluppare! 

Consulta la banca dati dei film girati in Ticino

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Un bel luogo per fare cinema

Quando si pensa al grande cinema girato in Svizzera, le prime immagini che sorgono sono quelle della Aston Martin grigia di Sean Connery in “Goldfinger” (1964) che sfreccia sulle strade del passo del Furka, di Clint Eastwood sulle montagne innevate in “The Eiger Sanction” (1975) o i più recenti “Angeli e demoni” (2009), “Sherlock Holmes – Gioco di ombre” (2011) o “La giovinezza” (2015). Più vicino a noi, non si può non pensare al salto di 007 dalla diga della Verzasca in Goldeneye (1995).

Ma oltre a questi arcinoti esempi, la Svizzera, e il Ticino in particolare, sono stati protagonisti di molti film dei quali si è persa memoria. Nella saletta riservata al Ticino nell’interessante mostra “Backdrop Switzerland” curata da Cornelius Schregle e attualmente in esposizione all’Elisarion di Minusio, ritroviamo le immagini di alcuni film emblematici della storia del cinema girati nella nostra regione. Ad esempio alcuni film tedeschi che veicolano l’immagine di un Ticino idilliaco, come è il caso dell’avventura sul lago di Lugano di “Conny und Peter macine Musik” (1960). Il cinema italiano, negli anni ’70 e ’80, scopre invece il Ticino per la sua realtà di piazza economica e vi colloca gialli e commedie, come “La più bella serata della mia vita” di Ettore Scola (1972), ma anche “Opera” di Dario Argento (1987), che vede una scena girata in una casetta di Nante, o il regista Paolo Sorrentino – premio Oscar nel 2014 – con “Le conseguenze dell’amore” (2005), in cui il protagonista (Toni Servillo) soggiorna a Lugano e visita il Fox Town. Il regista Ivan Passer, nel 1977, porta invece a Lugano, sempre nel contesto delle banche internazionali, l’attore Michael Caine, nel film “Silver Bears”. Dal 2000 il Ticino è poi diventato una meta rinomata e ambita dai registi di Bollywood, che amano i paesaggi alpini verdi e mozzafiato delle nostre valli e le romantiche mura dei castelli di Bellinzona, che mescolano ad appariscenti abiti della tradizione indiana e a vivaci danze tradizionali, in un accostamento interessante e via via più ricercato.

Quelli esposti a Minusio sono esempi che mostrano, una volta di più, come il Ticino, con il suo paesaggio variegato e mozzafiato, sia un luogo attrattivo per i registi di tutto il mondo, che con le loro cineprese portano lavoro, indotto economico e pubblicità turistica al territorio. Un Ticino che ha molte carte da giocare, ma che deve competere con altre realtà che, per ospitare delle produzioni, sono disposte anche a pagare cifre considerevoli. Ed è proprio per valorizzare e sfruttare il più possibile questo enorme potenziale economico e turistico che interviene la Ticino Film Commission, che con il suo lavoro e i suoi servizi attrae in Ticino produzioni cinematografiche nazionali e internazionali. Prima del suo genere in Svizzera e definita dalla Confederazione come progetto esemplare di politica economica regionale, l’istituzione creata da Ticino Turismo, Festival del Film di Locarno, Associazione film e audiovisivi Ticino (AFAT) e Gruppo registi e sceneggiatori indipendenti della Svizzera italiana (GRSI) individua luoghi ideali o ricercati dai registi; predispone spazi a beneficio delle produzioni, le mette in contatto con i professionisti locali (le competenze sono un fattore di attrazione) e semplifica le pratiche amministrative, ad esempio aiutandole nell’ottenimento di permessi e autorizzazioni, e talvolta contribuisce parzialmente alla copertura delle spese sul nostro territorio.

E i conti tornano: nel 2015 l’accompagnamento a 11 progetti ha infatti portato un indotto economico diretto di quasi 600’000 CHF, mentre nel 2016 le spese sul territorio dovrebbero abbondantemente superare il milione di franchi. Oltre ovviamente ad aver proposto tramite il piccolo e grande schermo il Ticino quale meta turistica a tanti potenziali visitatori: ricordo solamente l’inizio di Mister Felicità – il film più visto in Italia nell’inizio del 2017 – con Diego Abatantuono che scende le scale del LAC con una bellissima vista di Lugano sullo sfondo. Insomma, in un momento in cui la nostra economia e il nostro turismo cercano nuove strade per valorizzare le nostre competenze e il nostro territorio, quella del cinema e del cineturismo sono sicuramente da percorrere. Magari partendo proprio dalla mostra di Minusio.

* Pubblicato su La Regione di oggi

 


 

Bilancio 2016: quasi 1.6 milioni di indotto economico diretto (CdT 10 agosto 2017)

 

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“Cineturismo”: un’opportunità anche per il Ticino

C’è chi sostiene che i viaggi allenano i pensieri e permettono di verificare le proprie tesi negli occhi di uno sconosciuto. Ed è vero. Rientrando da New York e Washington, mi rendo conto di quanto questo viaggio abbia ulteriormente consolidato la mia convinzione che il cinema – l’audiovisivo in generale – è un formidabile strumento non solo di progresso civile e culturale, ma anche di progresso economico e marketing turistico. Pellegrinaggio da Tiffany; selfies sui luoghi noti perché visti in un film; foto da Katz’s Delicatessen per ricordare l’orgasmo più famoso del mondo (vedi Harry ti presento Sally); risate di turisti a ricordare o ricostruire una scena della propria serie TV preferita; gare a trovare l’ufficio o la casa di un protagonista e, infine, code per cenare da Bubba Gump Schrimp (vi ricordate Forrest Gump, i suoi cioccolatini, il suo “stupido è chi lo stupido fa”? Ne è nata una catena di fast food vera e propria, a tema, che attira cinefili, turisti e golosi). Potere del cineturismo, il film-induced tourism della letteratura scientifica.

Però è New York, mi direte. Ma così può essere, e deve essere, con le debite proporzioni, anche in Ticino. Ed è proprio a questo scopo che mira la Ticino Film Commission – la prima del suo genere in Svizzera, definita dalla Confederazione come progetto esemplare di politica economica regionale – istituzione che si occupa di attrarre in Ticino produzioni cinematografiche nazionali e internazionali con l’intento di portare lavoro, indotto economico e visibilità al nostro territorio. E i conti sembrano tornare: nel 2015 l’accompagnamento a 11 progetti ha infatti portato un indotto economico di quasi 600’000 CHF, oltre ad aver proposto tramite il piccolo e grande schermo il Ticino quale meta turistica a tanti potenziali visitatori. In attesa dei dati del 2016, ricordo solamente l’inizio di Mister Felicità, con Diego Abatantuono al LAC di Lugano – il film è uscito nelle sale il 1.01.17 e, al 22.01, era già stato visto da 1’660’521 spettatori – o le più di 2.5 milioni visualizzazioni di un lancio di un film indiano girato in Valle Verzasca. Agli indiani – e ai loro colorati e musicali Bollywood – piace innamorarsi IN Ticino: cerchiamo quindi di farli innamorare DEL Ticino. Facciamo innamorare loro (per i quali sta diventando sempre più di moda venire a sposarsi alle nostre latitudini) e altri spettatori-turisti del nostro splendido territorio, creando nuovi turismi, nuovi canali di promozione regionale e nuovi pernottamenti (diretti e indiretti), portando nuovo ossigeno al settore e all’economia cantonale in generale.

*Pubblicato sul Corriere del Ticino del 9 marzo 2017

Per saperne di più, su New York, la Ticino Film Commission e il cineturismo leggi il reportage “Cine-turisti per caso” apparso sul Caffé della domenica del 21 marzo 2017

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