Finanziamento studi

Assegni o prestiti di studio: cuore o testa?

Nicola Pini, membro comitato direttivo Giovani liberali radicali svizzeri (GLRS) e presidente STOICA (Studenti Ticinesi Organizzati In Clima Amichevole)

(pubblicato in Popolo e Libertà, 24.10.2008, p. 13)

Assegni o prestiti di studio? La domanda è impegnativa perché oppone due parti di me: da una parte il cuore, il sentimento, che mi farebbe non solo dire, ma addirittura urlare, che le borse di studio costituiscono una delle conquiste – liberali! – più importanti per la democratizzazione degli studi e che dunque non devono in alcun modo essere messe in discussione; dall’altra la testa, la ragione, che mi farebbe propendere per un più razionale e paradossalmente più sociale “meglio dei prestiti per tutti che un assegno per pochi”. Soprattutto nel caso in cui il sistema dei prestiti di studio si avvicinasse al modello proposto da GLRS: un sistema basato su un risarcimento progressivo applicato al salario futuro – e non a quello di partenza – dello studente. In breve, si restituirebbe allo Stato una percentuale proporzionale al salario che si guadagnerà dopo gli studi: se con 160’000 franchi annui si rimborsa il 100% della somma ricevuta, sotto la soglia dei 70’000 non occorre risarcire nulla. Il dibattito è aperto, non solo dentro di me.

La situazione ticinese, con il suo obbiettivo di risanare le finanze, spezza l’equilibrio e fa pendere l’ago della bilancia dalla parte del Consiglio di Stato: sostengo quindi la decisione dell’esecutivo cantonale di trasformare una parte degli assegni in prestiti di studio; una decisione certo sofferta, ma necessaria, come più volte ribadito dall’onorevole Gabriele Gendotti. Si tratta, qui, di coerenza: non possiamo predicare costantemente la simmetria dei sacrifici per poi contestare ogni misura che ci colpisce, secondo quella che in politologia si chiama sindrome del NIMBY: not in my backyard. Credo fermamente nell’importanza della formazione, dell’istruzione, della cultura e della conoscenza anche fine a sé stessa – la mia laurea in Storia lo dimostra – ma al tempo stesso sono convinto della necessità di sacrificarsi, a volte, per il bene comune: perché solo uno Stato con delle finanze sane potrà garantire con costanza e a lungo termine una scuola di qualità per tutti!

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