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Elezioni Comunali – Locarno 2024

I PRIMI ANNI IN MUNICIPIO (Dicastero Sviluppo economico e territoriale)

Con il Dicastero Sviluppo economico e territoriale abbiamo costituito il Locarnese Ente Acqua (LEA) con l’ambizione di operare a livello regionale per garantire acqua di qualità, in quantità e a prezzi contenuti.A livello pianificatorio abbiamo concretizzato la variante di piano regolatore (PR) per riqualificare il comparto di Santa Caterina accogliendovi il Museo Cantonale di Storia Naturale e avviato i lavori del Programma di azione comunale (PAC) che permetterà non solo di rivedere la pianificazione del territorio cittadino ma anche di attuare misure di rilancio socio-economiche. Abbiamo inoltre proposto delle varianti di PR per valorizzare la riva lago (passeggiata e nuovi contenuti), ridefinire il comparto Peschiera-Morettina con più palestre e spazi ricreativi per giovani, sviluppare il sedime ex-gas/macello con nuovi spazi sociali, culturali e formativi ma anche asilo nido, casa anziani e alloggi diversificati e di qualità, anche per le famiglie. Con la Sezione Genio civile abbiamo invece implementato l’illuminazione LED, sistemato le fermate bus e aumentato gli stalli bici, oltre che proposto una riqualifica di Via Varenna con una quarantina di nuovi alberi e nuovi collegamenti ciclopedonali alle Gerre (lavori che saranno effettuati nella prossima legislatura). Infine, come Promozione economica abbiamo da un lato elaborato un Rapporto di indirizzo sullo sviluppo socio-economico della Città con varie misure che sono in attuazione e dall’altro lanciato Locarnese Tech, un’associazione che in collaborazione con la SUPSI stimolerà nuovi progetti di ricerca e cercherà di portare nuove aziende e posti di lavoro a Locarno.

IL FUTURO INSIEME

I prossimi anni saranno impegnativi e decisivi: con meno soldi a disposizione anche per l’Ente pubblico faremo fatica e dovremo riuscire non solo a garantire servizi efficienti e un territorio curato, ma anche a realizzare i grandi e piccoli progetti che cambieranno il volto di Locarno, facendola crescere. Dovremo curare tutto: dal rilancio di Piazza Grande al tombino sotto casa. Ogni quartiere, con le sue specificità, dovrà sentirsi partecipe e valorizzato, come ogni abitante. Sarà importante impostare una politica demografica attiva, con una socialità – ma anche un’organizzazione degli spazi pubblici – attenta a tutte le fasce di età. Con la revisione della pianificazione del territorio, nella prossima legislatura potremo infatti creare le premesse per una Città più verde, fresca, curata, sicura e vivibile. Fondamentale sarà anche intrattenere un corretto dialogo con il Cantone e gli altri Comuni per garantire servizi di qualità – dalla scuola all’ospedale, dalla polizia alla mobilità – e rilanciare il discorso aggregativo.

OK, DIAMOCI DA FARE!

Ho scelto questo slogan perché sento tante attese e aspettative, che mi fanno molto piacere e alle quali rispondo con un OK, diamoci da fare! Se Locarno vorrà, ci sono con entusiasmo, energia e passione, garantendo – oltre indipendenza, onestà, ascolto e dialogo – il massimo impegno ogni singolo giorno. So che qualcuno storcerà il naso per la scelta dell’OK, ma trovo rispecchi il mio modo di essere e per me l’autenticità è un valore essenziale, specie in politica. Garantisco comunque una marcata attenzione alla lingua e cultura italiana, che insieme a storia e scienze politiche ho studiato anche all’Università.

LOCARNO.

Il mio partito, il Partito liberale radicale (PLR – Lista 6), ha invece scelto come slogan Locarno.Devo dire che mi è piaciuto subito, perché per me significa che il nostro modo di fare politica deve concentrarsi sull’interesse pubblico – di Locarno, delle sue cittadine e dei suoi cittadini – e non su interessi di solo una parte di essi. Locarno, punto. Una politica per tutti e non solo per pochi. Una politica a 360 gradi, proprio come lo è Locarno: così variegata e proprio per questo così pazzescamente bella.


Volantino elettorale

PLR2024 – Nicola Pini – A5 – Web


Media

 

PLR24 - F12

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Ex gas macello

Una nuova pianificazione per il comparto sud della Città

(Comunicato stampa Città di Locarno)

Con la firma del Messaggio concernente “l’adozione del completamento della pianificazione del Settore 4 cittadino e delle correlate varianti Marina e Centro Balneare Regionale SA e Quartiere ex-Gas/Macello da parte del Municipio di Locarno, si completa la riorganizzazione dell’assetto pianificatorio urbano, avviata oltre 20 anni or sono e si adeguano allo stesso tempo gli strumenti che regolano lo sviluppo della riva del lago e del quartiere ex-macello / ex-gas. Il capodicastero Sviluppo economico e territoriale, Nicola Pini: “L’adozione di questo strumento pianificatorio permetterà di dare avvio a importanti progetti d’interesse pubblico e d’importanza regionale. Andiamo così a gettare le basi per la concretizzazione di alcune visioni strategiche che l’Esecutivo ha perseguito in questi ultimi anni. Dopo l’adozione del nuovo strumento del regolamento edilizio conforme alle leggi superiori, con questo secondo passo si intendono attuare delle prime modifiche di merito, già consolidate nel tempo e limitate a una zona della Città. E questo in attesa delle risultanze del Programma di azione comunale (PAC)”.

Il territorio cittadino che è interessato dal nuovo assetto pianificatorio tocca ampie aree con edifici e infrastrutture d’interesse pubblico, passando dalla zona sportiva, di svago e turistica della fascia a lago, al quartiere Peschiera-Morettina, con le varie sedi scolastiche, il Palexpo-FEVI e diversi servizi pubblici comunali e regionali. Si interviene anche sulla vasta superficie libera del Delta del fiume Maggia, come pure con la ridefinizione di contenuti e parametri del comparto, che ospitava il macello pubblico e l’azienda comunale del gas.

A proposito di quest’ultima componente, ancora il capodicastero Nicola Pini: “Siamo particolarmente soddisfatti del risultato di questa specifica pianificazione, frutto di un processo con Mandati di studio paralleli, dove andiamo a creare un quartiere ecosostenibile di grande qualità dal punto di vista urbanistico e paesaggistico che, ne siamo convinti, fungerà da modello per altre zone della Città, ma anche per altri Comuni che vorranno confrontarsi con le sfide del futuro nel contesto urbano. Vi troveranno posto non solo contenuti sociali, formativi e culturali, ma anche spazi per anziani e per la conciliabilità lavoro e famiglia, così come nuovi alloggi”.

Da evidenziare ancora la creazione della cosiddetta “Marina” sulla riva del lago, una struttura di servizio per tutto ciò che concerne le attività sportive e di svago legate all’acqua, dove troveranno posto anche servizi tecnici importanti. Si andrà finalmente a completare l’offerta turistica della riva lago, affiancando al centro balneare quel contenuto alberghiero che ancora mancava. Il tutto sarà perfettamente integrato nel progetto di passeggiata a lago che collegherà l’area dei giardini Arp con la foce del fiume Maggia, migliorando fruibilità e accessibilità alla stessa riva del lago.

Sul lato ovest, il lavoro di questi ultimi anni, svolto di concerto con il Cantone, ha permesso di delineare i contorni di quella che potremmo definire la “cittadella degli studi” nel quartiere Peschiera-Morettina, con la messa in rete delle varie sedi scolastiche, attraverso percorsi che si innestano negli spazi verdi esistenti. In questo contesto, si andrà a valorizzare l’area pubblica antistante il Palexpo-FEVI, creando di fatto una nuova piazza, all’interno di un quartiere che ha conosciuto un forte sviluppo negli ultimi 30 anni. La basi pianificatorie permetteranno anche un aumento delle palestre, non solo ad uso scolastico.

L’attesa per giungere al termine di questo lungo iter pianificatorio è quindi conclusa e il Municipio è convinto di poter presentare soluzioni che porteranno un valore aggiunto importante in termini di qualità di vita e di sviluppo socio-economico per tutta la Città.

Leggi il messaggio municipale

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Da oggi operativo il Locarnese Ente Acqua (LEA)

Cara Lea,
ora tocca a te. Da oggi, 1 gennaio 2024, sei realtà. Con la grande responsabilità di portare nelle nostre case acqua di qualità e in quantità. Acqua fresca, pulita, dissetante. Lo dovrai fare con rigore e professionalità, perché l’acqua è un bene prezioso e delicato, senza il quale la vita non sarebbe possibile. Te lo dico: non riceverai tanti “grazie” se farai bene il tuo lavoro, sarai un’eroina silenziosa, come ce ne sono tante; e se appena ci sarà un problema dovrai andare oltre le critiche che riceverai, tapparti le orecchie e concentrarti unicamente a sistemare le cose. Noi, naturalmente, cercheremo di aiutarti. In un mondo sempre più complesso e in rapida evoluzione, dovrai essere flessibile, attenta alle innovazioni, capace di risolvere i problemi immediati senza mai perdere di vista la visione a lungo termine. Dovrai essere operativamente efficace ed efficiente, ma al contempo sempre ricordarti la tua vocazione e il tuo dovere di servizio pubblico, imprescindibile e inderogabile, al servizio di tutti, nessuno escluso. E visto che nasci oggi per vivere a lungo, dovrai capire come gestire sempre meglio la risorsa acqua. Aperta alle novità ma anche e soprattutto a una visione sempre più regionale della gestione delle fonti e degli acquedotti, facendoti sempre più amici con cui collaborare. E a proposito di collaborazioni: visto che sarà difficile fare tutto da sola, cura e rispetta sempre chi lavora per te e con te, sono una forza. E crescendo, non dimenticare mai chi verrà dopo di te: spiega sempre loro l’importanza di non sprecare acqua, di trattarla bene, di rispettarla, perché non è scontata. Crediamo tanto in te, cara Lea. Auguri,
Nicola

Di Lea ce ne sono tante. Bimbe appena nate, adolescenti con tanti sogni, mamme con tante responsabilità, donne con tante sfide, nonne con tanto amore. 
È anche un’associazione d’area del PLRT (Libertà, Energia e Ambiente). 
Ma questa Lea è il Locarnese Ente Acqua che da oggi opera nell’ambito dell’erogazione del servizio di acqua potabile. Un ente autonomo fortemente voluto non solo da Municipio e Consiglio Comunale della Città di Locarno, ma anche da Losone e Muralto, in attesa di nuove collaborazioni. Qui il suo nuovo sito internet: https://lea-ti.ch/
Al Locarnese Ente Acqua, e a tutti Voi, l’augurio per un 2024 in cui l’acqua – che è vita – non manchi mai; 
un 2024 in cui crescere, collaborare e contribuire alla vita della nostra società; 
un 2024 che sia indimenticabile. 
Buon Anno,
Nicola

Per saperne di più
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Con il PAC per la Locarno del futuro

Sebbene materia tecnica complessa, la pianificazione del territorio è fuor di dubbio fra gli atti più politici che vi siano: le decisioni prese influenzano infatti non solo lo sviluppo urbanistico e territoriale, ma anche quello sociale ed economico, costituendo un prezioso momento per la discussione e l’impostazione del futuro di un Paese. Proprio per questo come Municipio – e con l’appoggio convinto del Consiglio Comunale – abbiamo voluto impostare un Programma di azione comunale per lo sviluppo centripeto di qualità (PAC) che andasse oltre al mero compito sancito dalla Scheda R6 del Piano Direttore Cantonale, cogliendo l’occasione per coinvolgere due attori fondamentali:

  • i cittadini, tramite un processo partecipativo, con tanto di sondaggio (italiano e tedesco), serate pubbliche in collaborazione con le associazioni di quartiere e una mattinata con una classe di Liceo;
  • e i professionisti, attraverso la procedura del mandato di studi in parallelo, che prevede il confronto con tre studi interdisciplinari (selezioni sulla base di un concorso pubblico). Gruppi che interagiscono con un collegio di esperti composto da altri professionisti e da una delegazione del Municipio.

L’obiettivo è quello di discutere e poi definire una visione condivisa della Locarno del 2040. Al termine dei lavori – ormai avviati – avremo sul tavolo modifiche pianificatorie, misure socioeconomiche e progetti urbanistici e architettonici per raggiungere tale visione. Mai come oggi stiamo quindi per disegnare il territorio e la società di domani: una grande opportunità, ma anche una grande responsabilità!  

Cosa è il PAC

Il Messaggio Municipale

Info sul processo partecipativo: sondaggio + serate nei quartieri + mattinata al Liceo

Il processo di mandati di studio in parallelo, in cui tre gruppi interdisciplinari si confrontano sul futuro di Locarno

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Il rilancio socio-economico di Locarno

Scattare una fotografia di Locarno per poi non solo identificare i settori strategici per lo sviluppo sociale, economico e territoriale, ma soprattutto proporre possibili misure per cercare di muoversi, insieme, in quella direzione. Passo dopo passo, nei limiti spesso stretti di una politica economica comunale. Questo il primo obiettivo della Commissione Municipale Economia, concretizzato in questo Rapporto di indirizzo. Dall’analisi emerge una Città con luci e ombre, come spesso accade. Emergono sfide e soprattutto opportunità che dovremo essere bravi a cogliere, puntando sulla valorizzazione del territorio e dello spazio pubblico, su una politica demografica attiva e naturalmente sulla salvaguardia e la creazione di attività, offerte e posti di lavoro nel commercio, nel turismo, nel settore artigianale e industriale, ma anche nella cultura e in particolare dell’audiovisivo. Sostenendo ciò che c’è e funziona, ma senza paura di innovare e guardare al futuro per una Città in cui sia bello vivere e facile lavorare.

Scarica il Rapporto di indirizzo della Commissione municipale economia


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Non ostacoliamo il verde urbano

INIZIATIVA PARLAMENTARE presentata nella forma generica da Nicola Pini e cofirmatari per la modifica degli articoli 137 – 140 e 155 – 160 della Legge di applicazione e complemento del Codice civile svizzero (LAC) per il necessario aggiornamento delle norme su distanze a confine di piantagioni e siepi

L’attuale regolamentazione concernente piantagioni e siepi, giusta le norme di vicinato di diritto cantonale (art. 137 – 140 e 155 – 160 LAC), mostra il segno dei tempi che passano.

Chi si occupa di progettazione e realizzazione di parchi, giardini ed impianti sportivi, si confronta infatti giornalmente con una certa inadeguatezza di queste norme di legge su misure e distanze a confine, ormai centenarie e superate, in quanto legate a un’organizzazione territoriale improntata su un modello di società rurale ben lontana dalla realtà odierna. Tanto che le nuove piantagioni non vengono sempre messe a dimora in rispetto della LAC, che peraltro non tiene conto delle dimensioni sempre più ridotte dei terreni adibiti a spazi verdi attorno le case, né dell’aumento di generi e specie di piante da usare, con dimensioni e caratteristiche molto diverse da quelle elencate nella legge.

A titolo di esempio si possono citare l’obbligo per un proprietario di un fondo a confine con strade cantonali o “con altre vie che mettono a pubblico pascolo” di “fare la cinta di muro, o di siepe viva o morta, dell’altezza non minore di un metro, ed a conservarla in modo che non possa penetrarvi bestiame”; o il fatto che la siepe viva non possa elevarsi a più di 1 metro e 25 dalla superficie di terreno più alta (rispetto a muri di cinta dell’altezza di due metri e mezzo direttamente a confine). O ancora il fatto che non è permesso piantare o lasciar crescere alberi di alto fusto se non a distanza di 8 metri da abitazioni, orti e giardini, mentre gli alberi da frutta e le piante ornamentali alla distanza di 4 metri.

Norme desuete che penalizzano il verde urbano e suburbano e – visto che l’ordinamento pianificatorio prevale sulla LAC (cfr. articoli 143 e 168 LAC) – sono peraltro già superate anche da diversi Piani regolatori.

A decenni da una revisione della legge e a oltre un secolo dalla definizione delle citate norme – gli articoli 137-140 e 155-160 della LAC non sono mai stati oggetto di alcuna modifica dalla loro entrata in vigore nel 1911 – vi è da chiedersi se una revisione critica delle stesse non sia necessaria, anche a fronte dei nuovi indirizzi pianificatori, con lo sviluppo centripeto, la rivisitazione del concetto urbanistico e di qualità urbana, così come la volontà di combattere le isole di calore, di incentivare l’energia solare e di favorire la permeabilità dei piani terra. Si invita pertanto il Consiglio di Stato ad analizzare la situazione – con il coinvolgimento dei Comuni e dei professionisti del settore, sia a livello di progettazione che di realizzazione, con le rispettive associazioni di categoria – e operare i dovuti aggiornamenti e le opportune modifiche legislative agli articoli 137 – 140 e 155 – 160 della Legge di applicazione e complemento del Codice civile svizzero (LAC), in modo da adeguarli ai moderni indirizzi pianificatori e urbanistici.

Nicola Pini (PLR) – Bruno Buzzini (Lega) – Giorgio Fonio (Centro) – Fabrizio Garbani-Nerini (PS) – Daniele Pinoja (UDC) – Samantha Bourguoin (Verdi)

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Strutture sportive più aperte per i giovani

MOZIONE Per un Ticino all’altezza dei bisogni delle giovani generazioni

«È evidente che la pandemia ha peggiorato le vite dei giovani delle fasce più marginali e vulnerabili della società: non eravamo tutti sulla stessa barca». Sono le parole con le quali lo scorso 9 settembre 2022 Lorenzo Pezzoli (SUPSI), ha presentato i risultati della ricerca «Covid e salute mentale dei giovani».

L’attualità arricchisce ogni giorno questo punto di vista qualificato, fornendoci uno stillicidio di cifre:

  • secondo l’edizione 2023 «Barometro delle generazioni», relizzato dall’istituto Sotomo su un campione di poco meno di tremila persone in tutta la Svizzera, nel 2021 il 43% dei giovani tra i 18 e i 25 anni vedeva per sé un futuro (piuttosto) positivo, ma un anno dopo la percentuale è scesa al 19%;
  • un’indagine UNICEF sulla salute mentale, nel 2021, segnalava problemi per il 37% dei giovani svizzeri tra i 14 e i 19 anni. Solo il 3% degli intervistati dichiarava di essersi rivolto a professionisti, mentre quasi il 30% diceva di non averne mai parlato con nessuno;
  • nei due anni pandemici, le ospedalizzazioni legate a problemi psichici di ragazze e giovani donne, tra i 10 e i 24 anni, sono aumentate fino al 26%. Nel solo 2021, 458 ragazze di età compresa tra i 10 e i 14 anni sono state ricoverate in ospedale per autolesionismo o tentativi di suicidio – il 60% in più rispetto al 2020;
  • a livello svizzero, nel 2022 il volume di lavoro della linea telefonica di Pro Juventute è aumentato del 40%. È stato necessario allertare 161 volte i partner sanitari e la polizia per impedire un suicidio, quasi il triplo rispetto ai 57 casi del 2019;
  • in Ticino, dal 2018 al 2022, i ricoveri di «under 25» alla clinica psichiatrica Santa Croce di Orselina sono più che raddoppiati, da 112 a 231 (con un balzo da 28 a 63 fra i minorenni).
  • in precedenza, tra il 2012 e il 2018, il tasso di pazienti dai 0 ai 18 anni trattati in ambulatori del nostro Cantone da psichiatri o psicoterapeuti era aumentato del 42,7%, mentre quello di ospedalizzazione di questi pazienti era cresciuto del 27,7%.

Questi numeri descrivono una situazione estremamente preoccupante. Sono il ritratto di una generazione che – se non si inverte la tendenza – si troverà sempre più in difficoltà, anche dalle conseguenze più estreme. Come se questo già non bastasse, ricerche come il già citato «Barometro delle generazioni» mettono in evidenza che i diretti interessati percepiscono l’esistenza di un fossato che le divide dalle persone più adulte, rispetto alle quali si sentono nettamente sfavorite: un sentimento che non contribuisce di certo allo sviluppo di una società coesa.

Se da un lato le restrizioni decise durante la pandemia hanno permesso di gestire l’emergenza pandemica e salvare molte vite umane, dall’altra hanno colpito e penalizzato le fasce più giovani della popolazione, esacerbando difficoltà e debolezze, rendendo difficile o impedendo di maturare esperienze e vivere relazioni, gravando sulla salute mentale di adolescenti e giovani adulti.

Oggi più che mai, serve una politica giovanile che metta al centro il benessere delle future generazioni, per riossigenare il loro il gusto di vivere e la voglia di rispondere «sì» alla sfida di costruirsi una vita felice, attiva, sociale e indipendente, in un Cantone all’altezza dei bisogni delle giovani generazioni.

La politica ora deve dimostrarsi capace di attuare le necessarie contromisure, che non si limitino alla gestione dell’emergenza e all’intervento socio-sanitario, andando oltre alla repressione delle manifestazioni violente, al contenimento del disagio e all’azione dei pur necessari operatori sociali e di strada, lavorando a una politica giovanile a 360 gradi: un mosaico composto da tante tessere concrete e realizzabili.

Una delle politiche giovanili più efficaci e lungimiranti – guardando anche alle esperienze in Svizzera e altrove – è quella delle infrastrutture destinate alle esigenze e alle passioni delle ragazze e dei ragazzi. Parliamo di strutture sportive, ricreative e aggregative. Spazi di ritrovo, di scambio, di divertimento, di sfogo e di crescita fondamentali: non a caso in molti Paesi lo Stato ha deciso di investire in queste strutture o migliorare l’utilizzo di quelle già esistenti, poiché spesso offrono orari e tempi di utilizzo piuttosto ristretti.

Richiamiamo inoltre la risoluzione del Consiglio cantonale dei giovani del 2021, nella quale si notava una carenza di impianti sportivi dove praticare liberamente sport e parchi pubblici.

I sottoscritti Deputati, convinti dell’importanza di investire nei giovani, chiedono dunque al lodevole Consiglio di Stato di coinvolgere i principali attori interessati ed elaborare – sulla base di un’analisi della situazione attuale e di una comparazione quantitativa e qualitativa della situazione ticinese rispetto agli altri Cantoni – un piano di azione con l’obiettivo di garantire e migliorare le infrastrutture (sportive, ricreative e aggregative) a disposizione dei giovani nel nostro Cantone, suddividendo le misure a seconda delle competenze cantonali e comunali. Nel breve termine, si invita invece il lodevole Consiglio di Stato a emanare una direttiva cantonale per cui, in presenza di una minima richiesta, le strutture sportive, ricreative e aggregative di proprietà cantonale (campetti, aree di gioco, palestre eccetera) possano essere messi a disposizione di giovani e famiglie alla sera, nei fine settimana e giorni festivi, invitando i Comuni a comportarsi analogamente.

 Alessandro Speziali e Nicola Pini, a nome del Gruppo PLR

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La cultura come motore di progresso civile ed economico

In tempi di ristrettezze e manovre finanziarie, e viste le recenti proposte del Consiglio di Stato che presuppongono un’eventuale riduzione dei fondi SwissLos a disposizione di cultura e sport, vale forse la pena ribadire che la cultura non è un lusso, ma una necessità. È un motore non solo di progresso civile, di identità e di libertà, ma anche di progresso sociale ed economico. Un aspetto centrale, questo, direi perfino strategico, per un Cantone come il nostro che, in un tempo in cui le rendite di posizione economiche e turistiche si stanno assottigliando, deve sviluppare nuove attività e attrazioni, nuove professioni e nuovi canali di promozione regionale.

Sull’importanza della cultura e sul suo ruolo nello sviluppo sociale ed economico vi sono peraltro tante ricerche e tanti esempi, anche qui in Ticino. Basti pensare allo studio “L’impatto economico della cultura nel Canton Ticino”, promosso dal Cantone ed effettuato dal Bak Basel, secondo il quale ogni franco di sussidio pubblico genera 2.58 CHF di valore aggiunto nel Cantone Ticino. Cifra interessante, ma purtroppo al ribasso rispetto alla realtà. Se da un lato è positivo che ci sia stato uno studio sull’impatto sull’economia da parte della cultura, dall’altro è peccato che lo studio in questione si sia focalizzato solo su una parte di questo mondo, la fruizione, tralasciando un settore fondamentale come quello della creazione e della produzione delle arti sceniche, oltre al cinema anche teatro, danza, musica. Tenendo conto di questi settori, che mettono in moto una catena di attori economici, professionali e sociali, la cifra sarebbe ben superiore. Basti pensare all’evoluzione dei risultati della Ticino Film Commisison – che ho il piacere di presiedere (a titolo gratuito, come tante, troppe, persone, nell’ambito della cultura) – le cui spese generate sul territorio hanno conosciuto un’importante crescita: 1 milione di indotto nel 2015, 2 milioni nel 2017, 3 milioni nel 2019 e ben 5 milioni nel 2021. Cifre che, per restare nel cinema (ambito che conosco meglio, ma che rispecchia le tendenze della cultura più in generale), non possono che confermare il fatto che il fondo selettivo per la produzione gestito dalla Commissione cinema del Cantone debba essere aumentato, visto che dispone solo di meno di CHF 200’000 l’anno per accompagnare le produzioni ticinesi. Soldi che sono peraltro prelevati dai biglietti del cinema: un sistema di finanziamento non più attuale – viste le molte piattaforme createsi nel tempo per il consumo di film – che quindi andrà presto o tardi rivisto. Speriamo presto. E questo al di là dell’accettazione della “Lex Netflix”, approvata dal parlamento federale e dal popolo.

Sono in questo senso felice della strada imboccata da Locarno. Nel rapporto della Commissione municipale economia della Città di Locarno, da me presieduta in qualità di Municipale e Capodicastero Sviluppo economico e territoriale, fra le priorità strategiche è infatti stata individuata la cultura, e più in particolare l’audiovisivo. Il tema dello sviluppo dell’audiovisivo riveste infatti un ruolo centrale nello sviluppo socioeconomico cantonale, regionale e della Città: non solo permette di sfruttare e potenziare un punto di forza e di distinzione della regione a livello nazionale, ma consente anche di inserirsi in maniera proattiva in una tendenza, quella della digitalizzazione, che sta rivoluzionando società e mondo del lavoro, dando prospettive economiche e occupazionali importanti e rendendosi attrattivi per profili interessanti, quali artisti e giovani professionisti di numerosi settori, sia tecnici che creativi.

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Un anno in un secondo: terminato l’anno da Presidente del Gran Consiglio

La cosa che mi mancherà di più è quando, finita la seduta, la sala si svuota, la tensione cala e io firmavo le decisioni prese quel giorno. È stato un onore presiedere il Gran Consiglio! Grazie a tutte e tutti per il sostegno e per esserci sempre stati 🙏🏼 e soprattutto buon lavoro a Gina La Mantia 🍀 Viva la Repubblica e Cantone Ticino

*        *        *        *      *      *

Presidente del Consiglio di Stato, Consiglieri di Stato,

Colleghe Vicepresidenti, Colleghe e Colleghi Deputati,

Autorità della Valle Blenio, Signore e Signori,

sembra ieri che ho ricevuto la campanella da Daniele Caverzasio ed è già tempo di passarla, simbolicamente, nelle mani di chi mi succederà nel ricoprire questa importante carica istituzionale. Un anno che è volato in tutta la sua intensità.

  • Intensità di sedute parlamentari: 12 sedute per un totale di 230 trattande (e come dimenticare la maratona di oltre 11 ore filate per il Preventivo 2022, con mascherine, plexiglas e buvette chiusa);
  • intensità di riflessioni e novità procedurali, dalla nuova prassi sulle mozioni a quella sulle interpellanze, entrambe volute da questo parlamento, che forse in un futuro non troppo lontano dovrà chinarsi nuovamente – e criticamente – sulla Legge sul Gran Consiglio;
  • intensità di elezioni e dichiarazioni di fedeltà alla costituzione e alle leggi, dai magistrati eletti da questo Gran Consiglio a quello di un ticinese, Ignazio Cassis, alla Presidenza della Confederazione dopo decenni di assenza di un rappresentante della Svizzera italiana.
  • Intensità di incontri con i parlamenti di altri Cantoni. Abbiamo ospitato Appenzello Interno e la deputazione del Grigioni italiano al Gran Consiglio retico, mentre siamo stati nel Canton Friborgo, dove abbiamo incontrato anche Università e studenti ticinesi, e proprio in questi giorni, pare per la prima volta, quali ospiti del Gran Consiglio del Canton Glarona per la Landsgemainde. Permettetemi di dire, ancora sulle ali delle emozioni di ieri, un interessante esempio non solo di coinvolgimento democratico, con la presenza di molti giovani e bambini, ma anche di un sano e rispettoso dibattito civile.
  • Ma soprattutto intensità di incontri, discussioni, dialogo e ascolto sul territorio, con le cittadine e i cittadini del nostro Cantone. Aspetto, questo, purtroppo ridimensionato rispetto al passato a causa dell’emergenza legata alla diffusione del coronavirus, ma al quale mi sono comunque dedicato con apertura e passione.

Non sono poi mancate le sorprese. Di certo, se qualcuno di voi, un anno fa, mi avesse detto che in quest’anno di Presidenza avrei dovuto aprire una seduta di Gran Consiglio condannando una guerra in Europa, qui vicino a noi, non gli avrei creduto. Eppure è successo, e ancora succede, purtroppo. Così, dopo anni di stabilità, che avevamo  forse scambiato per normalità, ci stiamo nuovamente rendendo conto – dopo la sberla della pandemia – che pace, democrazia, coesione, libertà e benessere sono eccezioni, per di più preziose e fragili. D’altronde lo sapevamo già. Le Istituzioni e le democrazie possono logorarsi, se non crollare, se la politica non si preoccupa di rinnovare costantemente le loro fondamenta. Se non si rinnovano, se non si aprono, se non dialogano, se non coinvolgono si indeboliscono, e le società si sfaldano.

Proprio per questo, vi ricorderete, all’inizio della Presidenza mi ero ripromesso, e vi avevo promesso, di cercare di avvicinare i giovani alle Istitutioni, ma anche quest’ultime tra di loro (legislativo ed esecutivo, ma anche Cantone e Comuni).

  • Per avvicinare i giovani alle Istituzioni
    • ho per quanto possibile incontrato le scuole (a tutti i livelli: elementari, medie, professionali, università);
    • ho partecipato a quel bellissimo progetto che è la Gioventù Dibatte e seguito i lavori del Consiglio cantonale dei giovani;
    • ho scritto ai giovani atleti ticinesi che si apprestavano a partecipare alle Olimpiadi (e ha portato bene se pensiamo ai risultati);
    • abbiamo implementato – da oggi e dopo decisione di questo Gran Consiglio – la messa a disposizione delle riprese video dei lavori parlamentari, che sono sicuro potrà essere uno strumento didattico per le scuole, oltre che di trasparenza civica.
  • Per avvicinare le Istituzioni, ho in primis cercato di creare un punto di incontro e scambio tra legislativi, scivendo ai Presidenti di assemblee e Consigli Comunali, incontrandoli e favorendo la loro messa in rete, dalla quale è emersa la necessità di una rinnovata centralità politica dei legislativi, con la volontà di essere maggiormente coinvolti nelle decisioni strategiche, di veder maggiormente seguito e valorizzato il proprio lavoro, di poter instaurare un dialogo costruttivo, anche informale, con l’esecutivo, e laddove possibile anche con la cittadinanza.

In quest’anno di Presidenza – nelle interviste, nei discorsi ufficiali, nelle tavole rotonde, nelle conversazioni di tutti i giorni – ho inoltre cercato di veicolare un messaggio, che ritengo una priorità, se non una necessità di oggi. Quello del dialogo, dell’ascolto, del rispetto e dell’empatia. Del mettersi nei panni dell’altro,

  • del camminare per qualche metro con le scarpe degli altri,
  • di guardare (e vedere) chi ci sta di fronte, ma anche il territorio, con nuovi occhi.
  • Dell’andare oltre i pregiudizi, 
  • oltre gli algoritmi dei social che ti fanno leggere solo notizie che confortano la tua tesi,
  • oltre il fatto che chi ci sta davanti ha fatto una scelta diversa dalla nostra, o ha un’opinione diversa dalla mia, 
  • oltre il nostro orticello, oltre il nostro interesse puntuale o personale. 
  • Del considerare insomma le pluralità, le diversità che ci fanno crescere e che compongono – e arricchiscono – la nostra società. Solo così avremo infatti una società coesa, un Ticino unito, e non solo per l’apertura del tunnel di base del Ceneri. In altre parole, l’applicazione non solo politica ma anche quotidiana di quel Uno per tutti, tutti per uno con il quale ho iniziato l’anno presidenziale.

Un motto che ha forse trovato la sua migliore e più emozionante concretizzazione in quest’aula al momento del voto per l’inserimento nella Costituzione cantonale dell’articolo sull’inclusione delle persone con disabilità e sul riconoscimento della lingua dei segni italiana, quando ho visto – sì, ho visto – applaudire sulle tribune e anche tra i banchi del Gran Consiglio, le braccia vibranti al cielo. “Ho la pelle d’oca” ha detto la responsabile della Federazione Svizzera dei sordi, e confesso, l’ho avuta anche io.

Mi avvio alla conclusione.

  • GRAZIE, Colleghe e Colleghi, per avermi seguito e rispettato.
  • GRAZIE per avermi perdonato qualche errore. Ho sempre cercato di preparare al meglio le sedute e soprattutto di servire questa importante carica istituzionale con rigore, giustizia, equità e imparzialità, ma non certo infallibilità, e di questo mi scuso.
  • GRAZIE al Consiglio di Stato per la considerazione sempre garantita.
  • GRAZIE all’Ufficio Presidenziale e in particolare alle Vicepresidenti, che ho sempre percepito accanto a me e che non mi hanno lasciato solo.
  • GRAZIE alla squadra del Segretariato e a tutto il personale dei servizi del Gran Consiglio, che merita la nostra gratitudine per il grande lavoro che svolge. Non potendo ringraziare tutti personalmente, permettetemi di limitarmi a uno di loro, Sergio Thoma, il nostro usciere. Grazie Sergio per il tuo forte senso delle Istituzioni, che è contagioso, e chi ha avuto l’onore di essere accompagnato da te in veste ufficiale sa di cosa parlo, e sa quale sia la luce riflessa negli sguardi di chi ti guarda, in particolare i bambini.
  • Grazie infine alla mia famiglia, che ho sempre sentito accanto a me – o davanti a me – in questo intenso anno presidenziale. Grazie in particolare ad Angela, che è molto di più di una compagna di vita, è una continua ispirazione e una bussola etica; grazie a Furio, che è stato spontanea parte attiva in questa avventura istituzionale; e grazie a Clino, che con il suo attendere di nascere ha tenuto sulle spine anche la Vicepresidente La Mantia, pronta a sostituirmi durante la seduta di settembre.

Entriamo dunque ufficialmente nell’ultimo anno di legislatura, un anno elettorale. Colleghe e Colleghi, Consiglieri di Stato, nei prossimi mesi non cadiamo nelle battaglie partitiche, non cediamo alla tentazione di acquisire visibilità e profilo, non subordiniamo il lavoro politico alla ricerca della medaglia al petto, o a vincere le prossime elezioni non sarà nessuno di noi, non sarà nessun partito, se non quello della lista senza intestazione oppure – ed è senza dubbio lo scenario peggiore – quello dell’astensione, dell’indifferenza. Le persone ci guardano e sta a noi, e a noi soltando, decidere se dare loro motivo o meno di credere nella politica, nelle Istituzioni, nella democrazia stessa. Una democrazia come detto sempre necessaria ma mai scontata, e della cui credibilità e affidabilità siamo tutti responsabili, nessuno escluso.

Buon lavoro e, per l’ultima volta, “Uno per tutti, tutti per uno”.

Guarda e ascolta il discorso

Articolo LaRegione

Articolo Corriere del Ticino

SIC_4066_20x30Foto Elizabeth Le Rosa, Cancelleria dello Stato

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